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Piero Lissoni: “ho progettato superfici che vibrassero con la luce”

29 July 2021

In occasione della Design Week, Atlas Concorde propone una collezione di rivestimenti tridimensionali. Con i due pattern firmati da Piero Lissoni, 3D Sign e 3D Squares, il designer ci introduce al concetto di "errore controllato" : qualcosa che accade e che permette alla superficie di interferire con la luce.

Piero Lissoni firma 3D Sign e 3D Squares, due dei cinque pattern inediti di 3D Wall Carve, la collezione di rivestimenti tridimensionali realizzata da Atlas Concorde. La linea nasce dalla sottile alchimia tra creatività, innovazione e capacità industriale e amplia la gamma 3D Wall Design, che ha contribuito al successo del rivestimento Atlas Concorde. Per progettare questi due speciali pattern, Piero Lissoni ha approfondito la relazione fra l’innovazione tecnologica, l’antica arte dell’intaglio sulla pietra naturale e la sensibilità estetica contemporanea per offrire a chi progetta una superficie ricca di suggestione. Ne abbiamo discusso con l’architetto e designer milanese per scoprire il dietro le quinte di questo lavoro, esposto presso lo Showroom di Atlas Concorde in Brera, progettato da Lissoni & Partners.

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Come raccontare 3D Sign e 3D Squares?

Ci sono gli usi, molteplici. Ci sono le vite che racchiudono, tante. Queste superfici hanno una tattilità e una vibrazione speciale. Me le immagino in tanti mondi differenti. In casa, in luoghi pubblici, anche ad altissima frequentazione come alberghi, bar e ristoranti. Non nascono per un posto in particolare: da designer non penso a oggetti bloccati in un unico scenario. Per me anche le superfici sono oggetti e come tali devono muoversi in mondi differenti. Quello che conta è che la luce le accarezzi, dovunque questo accade, funzionano.

Quale provocazione creativa è alla base di 3D Sign e 3D Squares? Quale traiettoria ha disegnato?

Quando abbiamo deciso di dare vita a una nuova generazione di rivestimenti ceramici proiettata nel futuro, siamo partiti in realtà da un tempo molto lontano e da un mondo apparentemente altro: le incisioni cinquecentesche, l’arte. Siamo ritornati col pensiero a quando le opere iniziavano con graffiti, intagli e via via a crescere. In questa idea c’è la costante attenzione alla scalabilità tecnologica, ma anche una specie di dolcezza artistica. Fare ceramica è un’impresa industriale, farla cercando di mantenersi in bilico fra questo aspetto più tecnico e la cifra artistica è una sfida che abbiamo accettato. E, credo, vinto.

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3D Sign e 3D Squares appartengono a 3D Wall Carve, una collezione di rivestimenti tridimensionali dal forte impatto sensoriale. Come si è posto di fronte a questa specificità della materia?

Ogni volta che immagino un mondo legato alle superfici, in questo caso ceramiche, non penso alla perfezione formale. La mia mente mi porta sempre verso superfici irregolari. Immagino una specie di errore controllato, qualcosa che accade, che faccia sì che la superficie interferisca con la luce.

In che modo la luce diventa protagonista di un dialogo serrato con la materia ceramica?

Mi piace l’idea della vibrazione che arriva quando la luce si interrompe, quando si costruiscono linee d’ombra che poi svaniscono, per lasciar parlare ancora la luce. che sia solare o artificiale. Le superfici in ceramica nascono pensando a questa dinamica. Le nuove superfici che ho immaginato per Atlas Concorde posseggono esattamente questa virtù: interferiscono con la luce. Non solo: dialogano anche con il suo elemento parallelo, l’ombra. Perché per poter capire la luce ho bisogno dell’ombra. Incidendo le superfici, automaticamente la luce ci mette in una relazione nuove con le ombre. Ne è nato un gioco molto delicato, abbiamo creato una specie di partita a scacchi fra la luce e l’ombra. Da lì è originata la collezione.

Dialogano la luce e l’ombra, ma anche l’arte e la tecnica. In che modo 3D Sign e 3D Squares sintetizzano questa dialettica?

Non è stato facile conciliare l’anima della collezione con la sua natura tecnica e tecnologica. Progettandola, ci siamo costantemente chiesti come produrre e industrializzare le superfici che desideravamo, perché la qualità fosse impeccabile, un pezzo dopo l’altro. 3D Sign e 3D Squares nascono dalla volontà di ridisegnare le superfici plasmandole secondo un approccio umano, anzi, umanistico, perché associa un modello industriale al tocco della mano, i sensi. Questi due progetti sono nati per essere industriali ma, allo stesso tempo, sono nati dalle mani, dalla sensibilità che solo le mani possono avere quando esplorano una superficie. Il tocco delle mani e la tecnologia si sono fusi, le superfici industriali hanno mantenuto quell’anima.

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È una collaborazione consolidata quella tra Atlas Concorde, una tra le prime aziende a livello mondiale di superfici e rivestimenti in gres porcellanato e Piero Lissoni, architetto e designer di fama internazionale, riconosciuto per lo stile rigoroso, l’eleganza dei progetti e l’attenzione alle proporzioni e all’armonia. Iniziata a partire dal 2019 con Canone Inverso, la prima decor collection firmata dal designer, è proseguita con il progetto dello showroom milanese di Atlas Concorde, curato dallo studio Lissoni&Partners. Un dialogo di contaminazione reciproca che ha portato Piero Lissoni a essere colour consultant della collezione effetto resina Prism e recentemente a disegnare Sign e Squares, una capsule collection di rivestimenti tridimensionali per la collezione 3D Wall Carve.

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